sabato 26 febbraio 2011

Uso da parte dei bambini della tv e delle tecnologie

Oggi molti genitorio sono preoccupati dell' eccessivo tempo che i loro figli trascorrono davanti alla tv, ma soprattutto utilizzando le nuove tecnologie, per esempio videogiochi, internet.
L' uso eccessivo di queste tecnologie può portare gradualmente ad un allontanamento della realtà esterna e un maggiore isolamento della persona che preferisce compiere esperienze e intrecciare relazioni sempre più in un mondo irreale e astratto. 
Per esempio, in vacanza molti bambini preferiscono restare in camera a giocare con i videogiochi o con internet piuttosto che giocare all’aria aperta insieme agli altri coetanei. Questo comportamento ci far riflettere, qualcosa non funziona, bisogna stare molto allerti. 
Ma come fare per evitare o meglio per gestire ciò? Sicuramente il primo compito spetta ai genitori che devono limitare l’abuso delle tecnologie stabilendo insieme ai propri figli delle regole ben precise rispetto al loro utilizzo. Un esempio può essere stabilire un tempo massimo della visione della tv o delle altre tecnologie che non dovrebbe superare le tre ore al giorno e inoltre magari evitare di mettere la tv nella stanza del bambino. Inoltre in possibilità di trascorrere del tempo in compagnia, di fare attività fisica o di uscire all’aperto queste alternative dovrebbero sempre ottenere la precedenza. 

Quale la vostra opinione in merito?

venerdì 18 febbraio 2011

E-learning

Per e-learning, in italiano teledidattica si intende la possibilità di imparare utilizzando la rete internet e la diffusione di informazioni a distanza.
La teledidattica non è limitata alla formazione scolastica, ma è rivolta anche agli adulti, agli studenti universitari, agli insegnanti e molti altri. Inoltre comprende anche la formazione aziendale, in particolare per le organizzazioni con una pluralità di sedi.
Tra gli obiettivi della teledidattica c'è quello di offrire un valore aggiunto, di utilizzare le caratteristiche delle tecnologie per creare strumenti più efficaci e plasmabili a seconda del campo di conoscenza. Un esempio è quello della lezione tramite videoconferenze e videocassette. Le lezione frontali sono ritenute poco coinvolgenti, la televisione può aumentare anche il senso di frustrazione, il docente inoltre non può essere interpellato. 
Voi cosa ne pensate? Concordate con ciò che si afferma?

venerdì 11 febbraio 2011

I bambini

Domanda che spesso mi sento porre dalle persone, perchè hai scelto il corso di Educatore nei servizi per l'infanzia? I bambini piangono e poi vanno cambiati, e poi per stare con loro con ci vuole certo una laurea, ma che cosa vi insegno a cambiare i pannolini?
Beh inizialmente devo dire anche io mi sono posta la domanda una laurea per il nido, ma cosa insegnano?
Non ci insegnano a cambiare i pannolini, io l'ho imparato con mia nipote, ma ci insegnano che cosa significa educare, osservare e progettare. Educare in che modo, attraverso tante cose anche il cambio può esser un momento educativo per il neonato, non perchè è piccolo non capisce e quindi non può risponderci. No non è così anzi capisce eccome, risponde facendo dei piccoli versi tramite i quali ti rendi conto che ti ascolta e che vuole risponderti a suo modo. Osservare, molto importante prima di agire guardare il neonato le espressioni, i movimenti, i tempi riferiti al sonno, alla pappa per esempio. Osservare è importante perchè è attraverso l'osservazione che possiamo poi progettare attività per la fascia 0-3 anni. Che progetti ci sono al nido? Vi è il progetto pedagogico che delinea le procedure per fare le attività e il progetto educativo che riprende ciò che vi è scritto in quello pedagogico attuandolo in attività, laboratori fatti a misura di bambino.

Ma non vi ho detto il perchè ho scelto questo corso. Il motivo principale è perchè mi piacciono molto i bambini, vorrei capire il loro sviluppo a partire dalla nascita in modo che possano crescere bene. E come farlo senza aver paura di sbagliare? Non c'è un modo perfetto per comportarsi però in questo corso vi sono materie molto importanti come psicologia e pedagogia che spiegano molto bene i vari passaggi dello sviluppo, molte cose non le sapevo e altre sono rimasta colpita e sorpresa.
Mi sono iscritta a questo corso dopo che sono tornata da una stagione estiva al mare dove ho lavorato come animatrice turistica e dove ho potuto notare molto i comportamenti dei bambini piccoli, ma non troppo perchè dovevo occuparmi solo della fascia superiore ai 4 fino agli 11 anni.

L' AC

Io faccio parte dell'Azione Cattolica (AC) di Imola. Diciamo che ora non sono più così attiva e sempre presente nella mia parrocchia per vari impegni però per esempio ho smesso da 2 anni di fare l'educatrice ACR e devo dire che ne sento la mancanza, perchè mi sentivo viva, importante (non che ora non lo sia però lì lo sentivo maggiormente) per la crescita dei ragazzi, noi educatori dovremmo esser degli esempi per loro.  
Ma che cos'è l'AC? Ecco una breve spiegazione tratta dal sito della mia diocesi. 
L' ac è un'associazione in cui puoi crescere bene e con Gesù, dove puoi trovare il bello di pregare, incontrare, ascoltare, parlare perchè vi è un significato più grande: l'Amore.
L'amore spesso lo si intende riferito ai sentimenti verso un'altra persona, ma in AC lo si può trovare nella quotidianità. Ma come avviene questo?
A volte capita di pensare che hai sempre fatto parte di un gruppo fin da quando eri alle elementari, e che questo gruppo è diventato un gruppo di amici che in parrocchia è cresciuto ed ha cominciato a credere che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi. Questo è far parte dell' AC, cioè vivere, crescere facendo esperienza di un Dio che ti parla e si fa esperienza nelle cose "normali" di tutti i giorni. Conoscere adulti, giovani e bambini che vivono un cammino di fede diverso per l’età che hanno è molto bello perchè ti apre all’incontro con l’unicità dell’altro, le sue difficoltà ma anche le sue certezze.

Che cos'è un blog?

In informatica, un blog è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore (blogger) pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video.

Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete. Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America. Il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre di quell' anno, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby.
Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.

La versione tronca blog è stata creata da Merholz che nel 1999 ha usato la frase "we blog" nel suo sito, dando origine al verbo "to blog" (ovvero: bloggare, scrivere un blog). Attraverso i blog la possibilità di pubblicare documenti su Internet si è evoluta da privilegio di pochi (università e centri di ricerca) a diritto di tutti (i blogger, appunto).

venerdì 4 febbraio 2011

Chi sono gli hacker?

Il Jargon File contiene alcune definizioni del termine 'hacker', la maggior parte delle quali hanno a che fare con l'esperienza tecnica e il gusto di risolvere problemi e di superare i limiti. Se vuoi sapere come diventare un hacker, tuttavia, solo due sono effettivamente rilevanti.
C'è una cultura comune di programmatori esperti e di maghi delle reti che affonda le radici della sua storia decenni addietro, ai tempi dei primi minicomputer e dei primi esperimenti su ARPAnet. I membri di questa cultura stanno all'origine del termine 'hacker'. Gli hacker hanno costruito internet; hanno reso il sistema operativo UNIX quello che è oggi; mandano avanti Usenet e hanno fatto funzionare il World Wide Web.
Ci sono persone che mantengono un atteggiamento da hacker anche in altri campi, come l'elettronica o la musica..
C'è un altro gruppo di persone che dicono di essere hacker, ma non lo sono. Queste sono persone (per la stragrande maggioranza ragazzi adolescenti) che si divertono a entrare (generalmente in maniera illegale) negli altrui computer. I veri hacker chiamano questa gente 'cracker', e non vogliono avere nulla a che fare con loro. I veri hacker pensano che i cracker siano pigri, irresponsabili, e non molto brillanti, e obbiettano che essere capaci di neutralizzare i sistemi di sicurezza non ti rende un hacker più di quanto far partire un'automobile cortocircuitando i cavi della chiave ti renda un ingegnere elettronico. Sfortunatamente molti giornalisti e scrittori si sono ingannati nell'usare la parola 'hackers' per descrivere i cracker; questo irrita incredibilmente i veri hacker.La differenza fondamentale è questa: gli hacker costruiscono le cose, i cracker le rompono.


Questa definizione la potete trovare al seguente indirizzo: 
http://www.fantasylands.net/varie-cose/html/chi_sono_gli_hacker.html